Quando a Brindisi c’erano gli amalfitani
Via Madonna della Scala, dal culto degli abitanti di Scala (Amalfi) nel XII sec; quartiere in cui si insediarono famiglie di Scala e di Ravello.
Una traversa dell’antica via Lata è via Madonna della Scala, toponimo medievale che mantiene la memoria della presenza degli amalfitani, scalesi e ravellesi, insediatisi proprio in questa parte della città, quartiere che assunse il nome di Scala.
Brindisi agli inizi dell’XI sec., dopo secoli di silenzio, torna ad assumere una funzione di primo piano, era di nuovo il miglior porto della Japigia, alimentando l’interesse commerciale di mercanti ed operatori che presero base in differenti aree urbane. Tra questi, dopo che Amalfi fu definitivamente sottomessa dai normanni nel 1131, si insediarono alcune famiglie esuli provenienti da Scala e da Ravello, portando il culto della Madonna di Scala e dedicando una piccola chiesa (fig.1) alla loro santa protettrice, ideale trasferimento dalla patria d’origine a quella elettiva. Lì nei pressi era anche l’ufficio del loro console, mentre l’arsenale e i magazzini erano a breve distanza, sul porto, dove era la stazione marittima e oggi sono le sedi di Autorità Portuale e dogana.
La colonia di Brindisi, qualificata come amalfitana, fu in effetti costituita da mercanti di Scala e di Ravello; del resto nel IX sec. i territori di Scala, Ravello, Atrani, Maiori, Minori ed altre località facevano già parte della Repubblica di Amalfi. In particolare Scala era stata quasi completamente distrutta nel 1073 da Roberto il Guiscardo e pochi decenni dopo aveva subito il saccheggio dei pisani, rivali di Amalfi.
Nel giorno dell’Ascensione sino a circa la metà del XX sec. si celebrava la festa rionale della Madonna di Scala, con riti religiosi e luminarie: il Capitolo metropolitano, in processione, visitava la Chiesa e, dal limite della strada, arroccata sul Bastione S. Giacomo, impartiva la benedizione alla parte della città che si estende a sud-est (A. Del Sordo).
Note Bibliografiche:
– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, il centro storico, Schena ed., Fasano (Br) 1990
– Rosanna Alaggio, Il Medioevo nelle città italiane – Brindisi, Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto, 2015
– Nicola Vacca, Brindisi ignorata, ed. Vecchi & C., Trani (BA), 1954
When the Amalfi people were in Brindisi
Via Madonna della Scala, by the cult of the people from Scala (Amalfi) who, together with people from Ravello, in the XII century moved to this district in Brindisi.
A side street of Via Lata is via Madonna della Scala, a medieval toponymy which preserves the memory of the presence of people from Amalfi, Scala and Ravello, settled in this part of Brindisi, which assumed the name of “Scala”.
At the beginning of the XI century, after centuries of silence, Brindisi returned to play a major role. It was again considered the best port of Japigia, feeding the commercial interests of merchants, who settled in different urban areas. Among them there was the people from Amalfi, when their island was subjugated by the Normans in 1331. Families of exiles from Scala and Ravello settled in Brindisi, bringing the cult of the Madonna di Scala, dedicating to her a small church (fig. 1). Nearby there was also the office of their consul, while the arsenal and the warehouses were not far from there, on the dock, where there was the maritime station and today there are the headquarters of the Harbour Authority and of the custom authority.
The settlement, qualified as from Amalfi, consisted of merchants from Scala and Ravello; indeed, these territories, together with Atrani, Maiori and Minori and other places, were part of the Republic of Amalfi. Scala had been almost completely destroyed in 1073 by Robert Guiscard, and then sacked by Pisans, Amalfi’s rivals.
Until the middle of the XX century, on the Ascension Day was celebrated the local festival of the Madonna di Scala, with religious rites and lights: the metropolitan chapter, in a procession, used to visit the Church and imparted the blessing from the end of the road to that part of the city which extended through the South-East (A. Del Sordo)
Bibliographic notes:
– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, il centro storico, Schena ed., Fasano (Br) 1990
– Rosanna Alaggio, Il Medioevo nelle città italiane – Brindisi, Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto, 2015
– Nicola Vacca, Brindisi ignorata, ed. Vecchi & C., Trani (BA), 1954