Il Risorgimento e i salotti della Valigia delle Indie
Palazzo Laviano, XVII sec., salotto culturale della città nel periodo della Valigia delle Indie, la rotta dall’Inghilterra all’India che aveva in Brindisi il porto d’imbarco
Palazzo Laviano, che sorge sull’omonimo largo, fu costruito nel 1617 per volontà del Barone Laviano (Laviani per il Camassa, ma anche il Vacca cita la famiglia come Laviani). La famiglia Laviano, di origini napoletane, si stabilì a Brindisi agli inizi del XVII sec. ed abitò il Palazzo sino alla metà del XX sec. circa, poi il nome familiare si estinse in Brindisi, sebbene l’immobile permanga ancora oggi nella disponibilità degli eredi, in quanto Ottaviano Fiore (di famiglia che appartiene all’albo d’oro della nobiltà) sposò la baronessina Francesca, figlia di Fausto, mentre l’ultimo dei Laviano, Francesco, morì nel 1942. Rachele Fiore, nipote di Francesca, sposò Giustino Durano, giornalista corrispondente dei maggiori quotidiani nazionali, nonché fondatore de l’Indipendente, quotidiano locale.
Il Palazzo, di struttura massiccia e di linee secentesche conformate a semplicità, ha subito importanti rimaneggiamenti nel corso dei secoli, inoltre è privo dell’originale giardino che si estendeva sino al belvedere sul porto. Sugli architravi di alcune finestre ci sono delle incisioni in latino tratte da scritti di Orazio ed Ovidio che, come in uso all’epoca, proponevano frasi esortative, propiziatorie, o estemporanee, tra queste Invidus alterius macrescit rebus opimis (L’invidioso si esaurisce alla vista dell’altrui opulenza), di Orazio, o omnia si perea(n)t fama(m) servare meme(n)to (se tutto fosse perduto ricordati di salvare la tua reputazione), di Ovidio.
Il Palazzo ha doppio stemma: il primo, sopra il portale d’accesso, è quello della famiglia Laviano, sormontato da una corona, con una sirena a due code con 3 stelle sopra, il secondo in alto sull’angolo dell’immobile è quello della famiglia Fiore (fig.1).
I Laviano, come altri a Brindisi, ebbero parte attiva nel Risorgimento; nelle Carte di Polizia si legge che Cosimo Laviani (Laviano) fu massone, maestro dei Carbonari e maggiore del Battaglione della Legione dei Filadelfi (A. Del Sordo).
Il Palazzo, a cavallo tra XIX e XX sec., grazie alle buone relazioni dell’allora proprietario, il giornalista Giustino Durano, fu sede del principale salotto culturale della città, in quanto dal 1870 al 1914, ovvero all’inizio della prima guerra mondiale, Brindisi attraversò un importante momento di rinascita economica e culturale legato alla Valigia delle Indie, il servizio di comunicazione veloce per posta e passeggeri tra l’Inghilterra e l’India. I treni che partivano da Londra arrivavano alla stazione marittima di Brindisi e da qui i piroscafi della Peninsular and Oriental Company assicuravano il collegamento diretto con Bombay e Calcutta. Tra i tanti ospiti illustri del salotto, si ricorda Nicola di Montenegro, suocero di Vittorio Emanuele III, di passaggio da Brindisi per raggiungere la figlia Elena.
Note Bibliografiche:
– Giacomo Carito, Brindisi – Nuova Guida. Ed. Prima, 1993 – 94
– Nadia Cavalera, I Palazzi di Brindisi, Schena Ed. Fasano (BR), 1986
– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, Schena Ed. Ed. Fasano (BR), 1988.
The Renaissance and the salons of the Valigia delle Indie
Laviano Palace, XVII century. It was a cultural saloon of the city in the period of the “Valigia delle Indie”, the rout from England to India that designated Brindisi as port of departure.
Palazzo Laviano stands on the homonymous square. It was built in 1617 by order of Baron Laviano (Laviani according to Camassa, but also Vacca calls the family as Laviani). Laviano family, from Naples, settled in Brindisi at the beginning of the XVII century and lived in the Palace until roughly the middle of the XX century. The household name became extinct in Brindisi, but still today the property belongs to the heirs of the family. This because Ottaviano Fiore (his family belongs to the hall of fame of aristocracy) married the baroness Francesca, daughter of Fausto, while the last Laviano, Francesco, died in 1942. Rachele Fiore, nephew of Francesca, married Giustino Durano, journalist who was correspondent of the main national newspapers and founder of the “l’indipendente”, a local newspaper.
The palace presents massive structure and seventeenth-century lines shaped by simplicity. It was renovated several times during the centuries, and today is deprived of its original garden, that extended until the viewpoint of the port. On the architrave of some windows there are some Latin epigraphs extracted by texts of Horace and Ovid, proposing exhorting, propitiatory or impromptu sentences. Among them this ones: Invidus alterius macrescit rebus opimis (the envious man grows lean at the prosperity of another, Horace); omnia si perea(n)t fama(m) servare meme(n)to (Whatsoever commodity you lose, be sure yet to preserve that jewel of a good name, Ovid).
The palace has double coat of arms: the first one, above the entrance portal, is the one of the Laviano Family, surmounted by a crown, and a siren with two tails with two stars on top; the second one, at the top corner of the building, is the one of the Fiore family (fig. 1)
The Laviano’s, as other families in Brindisi, played an active role in the Renaissance. In police documents is possible to read that Cosimo Laviani (Laviano) was a mason, maestro Carbonare and Army Major of yhe Battalion of the Legion of Filadelfi (A. Del Sordo).
The Palace, between the XIX and the XX century, thanks to the good connections of its owner, the journalist Giustino Durano, was the headquarter of the main cultural salon of the city. Effectively, Brindisi experienced an economic and cultural revival between 1870 and 1914, before the beginning of the First World War. This moment was related to the Valigia delle Indie, the service of fast communication for mail and passengers between England and India. Trains leaving from London arrived to the maritime station of Brindisi and, from here, the steamers of the Peninsular and Oriental Company assured the direct connection with Bombay and Calcutta. Among the many illustrious guests of the salon there was Nicola di Montenegro, father in law of Vittorio Emanuele III, in transition through Brindisi to meet his daughter Elena.
Bibliographic notes:
– Giacomo Carito, Brindisi – Nuova Guida. Ed. Prima, 1993 – 94
– Nadia Cavalera, I Palazzi di Brindisi, Schena Ed. Fasano (BR), 1986
– Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, Schena Ed. Ed. Fasano (BR), 1988.