Casa del Turista, già sede dei Cavalieri Templari, con area archeologica
La storia di Brindisi dall’età romana fino all’età moderna.
Il complesso noto come Casa del Turista rappresenta uno dei fulcri storicamente più significativi della storia della città di Brindisi, nel quale si intersecano vari periodi storici.
Attraverso i primi saggi di scavo condotti nel 1999 sono state individuate sequenze stratigrafiche a partire dall’età romana, in buona parte compromesse da interventi e stratificazioni che giungono sino all’età moderna.
Al di sotto dei livelli di fondazione è venuta alla luce una struttura muraria composta da blocchi in carparo coevi ed identificabili con l’attigua chiesa di San Giovanni dei Greci (XIV sec.), dove veniva ufficiato il rito greco, di cui restano alcune tracce nell’attiguo Palazzo Cocotò.
Le successive campagne di scavo, condotte nella zona del giardino retrostante la Casa Del Turista dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno restituito importanti tracce di epoca medioevale ed ancor prima del periodo romano tra il II – III secolo d.C. e XIII – XIV secolo d C.
Al primo periodo si fa risalire il sepolcreto riportato alla luce, composto da circa quaranta deposizioni in fossa terragna e in tomba a cassa rettangolare. Altri elementi di epoca romana si compongono da parti di muratura, malta e tegole, un piano di calpestio con scaglie di marmo e frammenti ceramici, blocchi squadrati di carparo, un canale di deflusso delle acque.
Nei saggi successivi furono scoperti i resti di una stratificazione di età tardo antica romana, con importanti strutture in opera cementizia, frammenti di ceramica e laterizio e monete in bronzo. Questi ultimi rinvenimenti sono stati associati a quelli condotti nel 1985 quando vennero riportati alla luce resti di un impianto termale di età imperiale (I – II secolo d. C. ) nella vicinissima via Santa Chiara.
L’attuale stabile si sviluppa su tre piani e sul prospetto principale sono facilmente identificabili le varie manomissioni che la struttura ha subito nel corso del tempo. In corrispondenza delle aperture dei primi due piani sono leggibili, infatti, archi murati facenti capo alla precedente concezione del palazzo; tre teorie di archi a tutto sesto si sviluppano sul lato destro della facciata, dove sono state lasciate a vista anche le basi su cui probabilmente scaricavano gli archi.
Interessante è l’arco d’accesso sito al piano terreno, un arco a sesto acuto, monco del supporto sinistro, composto da conci bicromi, dove sulla chiave di volta si identifica una croce patente in rilievo, probabilmente dell’ordine dei Templari. Questo particolare ci conduce ad una memoria narrata dallo storico brindisino Giovanni Maria Moricino (10 marzo 1558 – settembre 1628), che nel XVI secolo identifica il sito quale sede dell’ordine cavalleresco, composto da una sorta di darsena porticata, che sarebbe passato nelle proprietà dell’ordine dei Giovanniti, di Malta o Ospitalieri, dopo l’abrogazione dell’ordine dei Templari nel 1310.
Si riporta di seguito la descrizione dei luoghi fatta dal Moricino nella sua Storia di Brindisi.
“Intorno a questi tempi (il XIV secolo) i Cavalieri Ospitalarij, o del S. Sepolcro di Gerusalemme, accresciuti molto dalle ricchezze et entrate già delli estinti Templari, li quali passarono a loro, teneano molte Galere armate con le quali correano tutti i lidi dal Mar Mediterraneo sino alle frontiere d’Italia. Costoro con tanto che i loro antecessori Templari avessero tenuto in Brindisi la stanza o l’ospedale del S. Sepolcro, tuttavia essi per comodità delle loro armate, che spessissime volte, o per elezione o per fortuna o per forza dei venti prendeano il porto brundusino, vollero avere nella città nuovo albergo sotto il nuovo nome de la religione, che particolarmente fusse comodo alle loro marinaresche. Si fabbricaro dunque sul sito interno del destro corno del porto, quasi al dritto dell’entrata, che si dirama in due e sul principio del ramo destro predetto, un altro Albergo con molti portici per comodità de le Galere che ivi si traggevano a terra e degli artigli maritimi, e sul loco medesimo edificaro una nobil chiesa a loro nume tutelare S. Giovanni, la quale sino ai nostri giorni è stata servita da sacerdoti del Rito Greco et ora comincia già a rovinare per negligenza de Commendatori di essa i quali attendono totalmente a raccorre l’entrate senza aver cura di lei”
Di seguito si riportano alcuni brani estratti dalla relazione di scavo prodotta dall’archeologa Paola Palazzo, incaricata dal Comune di Brindisi quale coordinatrice dei lavori di scavo, realizzata nella primavera – estate del 2011. La campagna di scavi fu seguita dalla la Dott.ssa Assunta Cocchiaro, Direttore Scientifico, allora funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
FASE DI ETÀ ROMANA – ETÀ IMPERIALE
La fase edilizia più antica finora attestata in tutti i settori indagati è documentata da strutture realizzate in opera cementizia …) ed in opera quadrata… disposte ortogonalmente fra loro con andamento Nord-Sud/Est-Ovest, riconducibili ad almeno due realtà insediative sovrapposte, di età romana. I primi rinvenimenti relativi a questa fase sono avvenuti durante le due campagne di scavo svolte negli anni 1999… Nel corso di quest’ultima indagine la scoperta di ulteriori elementi strutturali, riferibili ad una prima fase di frequentazione del sito, collocabile presumibilmente nella prima età imperiale, hanno consentito di definire lo sviluppo planimetrico di alcuni spazi pertinenti ad un edificio, la cui dislocazione lungo la linea costiera all’interno del seno di Ponente, rende plausibile l’ipotesi di una destinazione d’uso di tipo commerciale, verosimilmente legata alle attività portuali della città in età romana.
CROLLI, INTERRI DI LIVELLAMENTO E FREQUENTAZIONE IN ETÀ TARDO ANTICA
La distruzione delle strutture relative alla fase edilizia di età romana, è documentata da strati di crollo … caratterizzati da conglomerati di malta, frammenti di tegole, coppi ed intonaco di rivestimento, rinvenuti prevalentemente a ridosso dei muri, nei settori non intercettati dalle fosse di spoliazione medievali e dai successivi interventi moderni di distruzione. Gli strati hanno restituito numerosi reperti ceramici, la maggior parte dei quali cronologicamente collocabili fra il III e IV secolo d.C . Sulle macerie dell’edificio crollato si accumulano strati di terra a matrice argillosa molto compatta, con grumi di malta, intonaco sbriciolato e tracce sparse di bruciato. Su tali interri, livellati e spianati, vengono creati nuovi piani di calpestio e fondate strutture realizzate con blocchi irregolari di carparo e pietre
calcaree che riutilizzano in parte i muri della precedente fase edilizia. Tali strutture…sono state rinvenute nel settore orientale dell’area indagata; si tratta di muri realizzati a secco che delimitano uno spazio che originariamente doveva essere coperto con una tettoia realizzata con coppi e retta da pali lignei, all’interno del quale è verosimile ipotizzare lo svolgimento di attività produttive legate alla lavorazione di metalli. Tale ipotesi è motivata dalla presenza di molte scorie di bronzo rinvenute nello strato di obliterazione dell’intera struttura, la cui distruzione risulta verosimilmente provocata da un incendio circoscritto e localizzato su tutto il fronte orientale dell’area indagata. Lo strato ha restituito materiale ceramico databile al V-VII secolo, rappresentato prevalentemente da ceramica sigillata di
produzione africana ed anfore di produzione africana (tipo spatheia) ed orientale (tipo Late Roman 1, 2, 3), oltre ad un numero elevato di monete.
FASE MEDIEVALE
E’ da attribuire ad una fase di frequentazione medievale la costruzione di un vano rettangolare realizzato all’interno di un recinto che occupa il settore centrale dell’area indagata. Tale recinto è delimitato da rozze murature di contenimento degli interri circostanti accumulati nella fase precedente. Il vano 1 di forma rettangolare con i lati lunghi orientati N-S, rinvenuto nel settore occidentale del cortile, è costituito da muri perimetrali realizzati in blocchi irregolari di carparo di medie dimensioni e materiali di reimpiego. I due setti murari che delimitano il lato settentrionale ed occidentale del vano sono realizzati
“a sacco” negli strati di distruzione e di crollo, mentre gli altri due risultano fondati su strutture murarie di età romana; i muri 230 e 236, che delimitano rispettivamente ad Est e a Sud il vano, incorporano, infatti, due strutture in opera cementizia e blocchi di carparo. Non è escluso che anche in questa fase, così come ipotizzato per l’età tardo antica, il sito fosse adibito allo svolgimento di attività produttive; lo attesterebbe, infatti, la destinazione d’uso del vano rettangolare (Vano 1) per lo spegnimento della calce, oltre alla sequenza di strati riferibili ad attività di scarico di terra e materiale ceramico, rinvenuti sia all’interno del recinto sopra citato che nel vano stesso. Sono successive alla costruzione del vano rettangolare ed al suo utilizzo, le sepolture d’inumati rinvenute lungo il fronte occidentale dell’area di scavo; si tratta di sepolture in fossa terragna attribuibili a due fasi di deposizione. La fase più antica è documentata da due deposizioni, orientate Est-Ovest: l’USS 259 (sepoltura n. 6), relativa ad un individuo adulto in posizione supina con arti inferiori distesi e avambracci piegati sullo sterno, deposto in un taglio che intercetta il muro 242, su cui sono disposti il bacino e lo sterno dello scheletro; l’USS 265 (sepoltura n. 7), relativa ad un individuo adulto in posizione supina, di cui si conserva soltanto lo sterno e gli avambracci, poiché la parte inferiore dello scheletro è stata tagliata dalla fossa 258, realizzata per le deposizioni n. 3 (USS 255) e n. 5 (USS 257), relative ad una fase di deposizione più recente. A quest’ultima fase appartengono quattro sepolture (USS 248, 254, 255, 257), orientate Nord-Sud, di cui si conservano gli scheletri interi, pertinenti ad individui adulti, ad eccezione delle USS 255 (sepoltura n. 3) e USS 257 (sepoltura n. 5), prive del cranio. La
sepoltura n. 2 (USS 248), relativa ad un individuo adulto di sesso femminile, di cui si conserva lo scheletro completo, era deposta sulla struttura muraria di età romana USM 242, con il cranio, frammentario, inserito in uno spazio ad U ricavato con il taglio del suddetto muro. Dagli strati di scarico rinvenuti all’interno e a ridosso del recinto rinvenuto nell’area centrale del cortile, sopra descritto, proviene materiale ceramico riconducibile ad un periodo compreso tra il XIII ed il XVI secolo; le produzioni più rappresentate sono: ceramica proto maiolica, dipinta ad uccelli, invetriata, ingubbiata e graffita e maiolica. I dati, scaturiti da una preliminare ricognizione e classificazione dei reperti rinvenuti, acquistano una maggiore valenza se confrontati con quanto è scaturito negli ultimi anni dall’esame del materiale ceramico proveniente dagli altri contesti coevi indagati nel centro storico brindisino (v. Palazzo Nervegna, Palazzo Guerrieri, S.Pietro degli Schiavoni).
Note Bibliografiche:
The house of Tourist, former seat of the Knights Templar, with an archaeological area
The history of Brindisi from the Roman age to the modern age.
The complex known as House of Tourist represents one of the most historically significant fulcrums of the history of the city of Brindisi, in which various historical periods intersect.
Through the first excavation tests conducted in 1999, stratigraphic sequences were identified starting from the Roman age, largely compromised by interventions and stratifications that reach up to the modern age.
Below the foundation levels, a wall structure composed of contemporary carparo blocks and identifiable with the adjacent church of San Giovanni dei Greci (14th century), where the Greek rite was officiated, of which some traces remain, was unearthed. in the adjacent Palazzo Cocotò.
The subsequent excavation campaigns, carried out in the area of the garden behind the House of Tourist the Superintendence for Archaeological Heritage, have returned important traces of the Middle Ages and even before the Roman period between the II – III century AD. and XIII – XIV century AD.
The unearthed burial ground dates back to the first period, consisting of about forty depositions in the earth pit and in a rectangular box tomb. Other elements from the Roman period are made up of parts of masonry, mortar and tiles, a walking surface with marble chips and ceramic fragments, squared blocks of carparo, a water drainage channel.
In the following essays, the remains of a late ancient Roman stratification were discovered, with important structures in cement work, fragments of ceramic and bricks and bronze coins. These latest findings have been associated with those carried out in 1985 when the remains of a thermal plant of the imperial age (1st – 2nd century AD) were brought to light in the nearby Via Santa Chiara.
The current building is spread over three floors and the various tampering that the structure has undergone over time is easily identifiable on the main façade. In correspondence with the openings of the first two floors, walled arches belonging to the previous conception of the building can be seen; three theories of round arches develop on the right side of the façade, where the bases on which the arches probably unloaded have also been left exposed.
Interesting is the access arch located on the ground floor, pointed arch, missing the left support, composed of two-tone ashlars, where a patent cross in relief is identified on the keystone, probably of the order of the Templars. his detail leads us to a memory narrated by the historian Giovanni Maria Moricino from Brindisi (1558 – 1628), who in the 16th century identified the site as the seat of the chivalric order, with a sort of porticoed dock, which would have passed into the properties of the order of Giovanniti, of Malta or Hospitallers, after the repeal of the order of the Templars in 1310.
Below is the description of the places made by Moricino in his History of Brindisi.
“Around these times (the fourteenth century) the Knights Ospitalarij, or the Holy Sepulcher of Jerusalem, greatly increased by the wealth and income already of the extinct Templars, who passed to them, held many armed galleys with which they correate all the shores from the Mediterranean Sea to the frontiers of Italy. These, with the fact that their Templar ancestors had kept the room or hospital of the Holy Sepulcher in Brindisi, however they for the convenience of their armies, which very often, either by election or by luckily or by force of the winds they took the Brundusino port, they wanted to have in the city a new hotel under the new name of religion, which would be particularly convenient for their seafarers. entrance, which branches off in two and at the beginning of the aforementioned right branch, another hotel with many arcades for the convenience of the Galere that were drawn on the ground and sea claws, and on the lo with the same building a noble church to their tutelary deity St. John, which up to our days has been served by priests of the Greek Rite and now it is already beginning to ruin due to the negligence of some Commanders of it who are totally waiting to recount the income without take care of her ”
The archaeologist Paola Palazzo, appointed by the Municipality of Brindisi as coordinator of the excavation works, carried out in the spring – summer of 2011, produced an accurate excavation report, which describes the findings in great detail and which are shortly reported below. excerpts. The excavation campaign was followed by Dr. Assunta Cocchiaro, Scientific Director, then an official of the Superintendence for Archaeological Heritage of Puglia.
PHASE OF ROMAN AGE – IMPERIAL AGE
The oldest building phase so far attested in all the sectors investigated is documented by structures built in concrete work ) and square work arranged orthogonally to each other with a North-South / East-West trend, attributable to at least two overlapping settlements, from the Roman age.
During the latter investigation, the discovery of further structural elements, referable to a first phase of frequentation of the site, presumably placed in the early imperial age, have allowed to define the planimetric development of some spaces pertaining to a building, whose location along the coastline inside of the Ponente breast, makes the hypothesis of a commercial use destination plausible, probably linked to the port activities of the city in Roman times.
COLLAPSE, LEVELING INTERRUPTIONS AND ATTENDANCE IN LATE ANCIENT AGE
The destruction of the structures relating to the building phase of the Roman age is documented by layers of collapse … found mainly close to the walls … The layers have yielded numerous ceramic finds, most of which can be chronologically placed between the third and fourth centuries AD. These structures were found in the eastern sector of the investigated area; these are dry-stone walls that delimit a space that originally had to be covered with a roof made of tiles and supported by wooden poles, within which it is likely to assume the carrying out of production activities related to metalworking.
This hypothesis is motivated by the presence of many bronze slags found in the obliteration layer of the entire structure, the destruction of which is likely caused by a localized fire throughout the eastern front of the investigated area. The layer returned ceramic material dating back to the V-VII century, mainly represented by sealed ceramic of African production and African (spatheia type) and oriental (Late Roman 1, 2, 3 type) amphorae, as well as a large number of coins .
MEDIEVAL PHASE
The construction of a rectangular room built inside is to be attributed to a phase of medieval attendance of a fence that occupies the central sector of the investigated area. It is not excluded that even in this phase, as hypothesized for the late ancient age, the site was used as a carrying out production activities.
From the layers of drainage found inside and close to the enclosure found in the central area of the courtyard, described above, comes ceramic material attributable to a period between the thirteenth and sixteenth centuries; the most represented productions are: proto-majolica ceramics, painted with birds, glazed, engubbed and graffitied and majolica.
Bibliographic notes: