La più antica testimonianza architettonica della città
Mura Messapico Romane (su preesistenze del VI sec. a.C.), mura megalitiche che cingevano l’antico insediamento di Brindisi, la più antica testimonianza architettonica della città.
I Messapi, popolazione di lingua greca, si insediarono nella parte meridionale della Puglia presumibilmente nella seconda metà del secondo millennio avanti Cristo. Furono pastori e agricoltori, ma anche abili domatori di cavalli e combattenti a cavallo.
Vissero in piccoli gruppi di capanne sparse nel territorio; per questo, anche se Brindisi fu ricompresa tra le città messapiche più importanti, non ci sono resti di edifici. Preziose sono, dunque, le mura, parte di un sistema difensivo che seguiva all’incirca il percorso delle attuali Via Armengol, via F.Fornari, via Casimiro e della banchina del porto.
Brindisi deve, dunque, ai Messapi la sua impostazione urbanistica: una cerchia con almeno tre aperture per gli accessi, che definisce una forma geometrica essenziale. Il sistema difensivo messapico venne ripreso dai Romani e di ciò rimane traccia nel pezzo ancora visibile tra Corte Capozziello e via Pasquale Camassa, a difesa del pianoro su cui si attestò l’antico porto Romano (oggi Piazzale Lenio Flacco). Della cultura messapica rimangono numerose testimonianze ceramiche, tra le quali la Trozzella (fig. 1), tipica forma ceramica che divenne simbolo delle genti messapiche.
In seguito anche i Bizantini si adoperarono per la ricostruzione delle Mura, che furono distrutte dai Longobardi nel VII sec.
Nel XIII sec. la città Normanna, insediata sempre in questa parte della città e del porto, venne raffigurata cinta da poderose mura sulla lastra d’argento sbalzato del reliquiario di San Teodoro, nota come Arca di San Teodoro (fig. 2), preziosa testimonianza custodita a Brindisi presso il Museo Diocesano “G.Tarantini”.
Note bibliografiche:
– R. Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini p. 71. Stamp. Fasano 1976
– G. Perri, Brindisi nel contesto della storia, ed. Lulu.com, 2016
The earliest architectural evidence of the city
Messapian – Roman Walls (built on pre-existing structures of the VI century B.C.): megalithic walls that encircled the ancient settlement of Brindisi, the earliest architectural evidence of the city.
The Messapians, a Greek-speaking civilization, settled in Southern part of Puglia presumably in the second half of the II century BC. They were shepherds and farmers, but also skilled horse trainers and fighters on horseback.
They used to live in small groups of huts distributed on the territory. Therefore, there are no remains of buildings, even though Brindisi was one of the most important Messapian settlements. This increases the importance of the walls. They were part of a defensive system that roughly followed the route that, today, correspond to “via Armengol”, “via F. Fornari”, “via Casimiro” and the quay of the port.
Actually, current Brindisi’s urban design is due to the Messapians: its essential geometry consists of a circle with three entrances. Messapian defence system was then taken up by Romans to defend the plateau (today called “Piazzale Lenio Flacco”) where the ancient Roman port was established. Its traces are mostly visible between “corte Capozziello” and “via Pasquale Camassa”. Ceramic pieces represent other remains from Messapian culture, including “la Trozzella” (fig 1), a typical ceramic shape which became the symbol of Messapian people.
Later, also the Byzantines worked to rebuild the Walls, were destroyed by the Longobards in the VII century.
In the XIII century Brindisi, became a Norman town, was still settled in the same part of the city and of the port. It was portrayed, surrounded by its massive walls, on a plate of embossed silver. The plate is part of the Saint Theodore’s reliquary, also known as “Ark of Saint Theodore”, valuable evidence kept in the Diocesan Museum “G. Tarantini”.
Bibliographic notes:
– R. Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini p. 71. Stamp. Fasano 1976
– G. Perri, Brindisi nel contesto della storia, ed. Lulu.com, 2016